Fermata dell’autobus

Ore 7:15, fermata dell’autobus. 

Le auto passano veloci, quasi senza sosta. È una fresca mattinata e il Sole splende dolce nel cielo. Gli alberi fanno ombra. Tutto è così pieno di vita: il bar che sforna cornetti caldi, il giornalaio che vende tanto come ogni mattina, persone che si lanciano il buongiorno a un marciapiede di distanza – tutto è così intenso ora, tutto sembra così positivo. Il fatto è che dietro c’è di più: ci sono le vite. Non le notiamo, non le notiamo mai. Fra un clacson che suona ed un pullman che non arriva, ciò a cui proprio non facciamo caso sono le persone; indaffarate, certo, ma anche spossate, quelle persone che lottano da una vita contro ogni mattino. Perché ormai il primo mattino è diventato la fermata dell’autobus. È competizione a chi prende il posto migliore, è tempismo mancato di chi è già rimasto indietro, è noiosissime attese che ispirano a scrittori amatoriali i loro articoli. Questa mattina, questa vita. Poi accade qualcosa, qualcosa di inaspettato.

– Ciao, è già passato per l’università? 
– Non ancora, sto aspettando anch’io da già venti minuti.
– Ma secondo me hanno tagliato per le corse estive. Passano più pullman per Napoli ormai.
– Eh sì, l’ho notato anch’io.
– Ti dispiace se mi siedo?
– No no, fai pure.
– Che ascolti?
– Musica.
– Questo era evidente – disse ridendo -, che genere?
– Per lo più strumentale.
– Ah quindi ascolti il silenzio!
– In che senso?
– La strumentale è il tipo di musica che più si avvicina al silenzio, rispetto ad ogni altro genere musicale. Perciò, tu apprezzi il silenzio e non sei nemmeno un tipo che ama dialogare. Direi quindi che tu sei o un artista, o uno psicologo, o un filosofo.
– Beh, io direi che tu sei un detective e che mi stai pedinando da giorni – sorrise -, altrimenti non mi spiego come abbia fatto a indovinare.
– Vuoi una sigaretta?
– Mhm, non fumo. A dir la verità odio il fumo ma non volevo essere scortese.
– Oh guarda,sta per passare il nostro pullman! In tal caso, mi sa che le nostre strade si dividono qua. Buona giornata.
– Anche a te, ciao.

Un breve dialogo con uno sconosciuto, una mattina diversa dal solito e la giornata prende un’altra piega. Diventa altra. Basta poco, davvero poco perché la noia quotidiana venga spezzata da una persona gentile. Basta un ‘buongiorno’ detto al momento giusto per confinare la tristezza in un angolo del cuore. È questa la magia della fermata dell’autobus, dove tutti gli studenti sono in bilico, non sapendo quando e se il loro viaggio avrà inizio o termine. Ma intanto, questo articolo ha termine qui.