L’influenza delle scelte sbagliate

TESI:
Tutte le nostre scelte non contano. Possiamo essere anche le persone che hanno fatto più bene agli altri piuttosto che dagli altri averne ricevuto altrettanto. Possiamo anche essere quelli che hanno sempre cercato di fare la cosa giusta. Ma c’è un’unica costante nella valutazione dei rapporti umani:

  1. Se in un qualunque momento della tua vita farai qualcosa di sbagliato, quella scelta avrà le più importanti, dolorose e cospicue conseguenze sulla tua vita, non solo successiva ma anche precedente.

Perché ciò che rende la scelta sbagliata più rilevante di quella giusta, è che l’ultima non può modificare il giudizio sul — anche sul — passato, mentre la prima può farlo. E ciò non deve essere giusto per essere accettato, deve essere ingiusto — perché la scelta sbagliata chiama a sé qualunque altra conseguenza sbagliata!
Non è in questione la moralità, è in questione la sensibilità estetica davanti alle scelte — prima che di profondità, il giudizio è sempre giudizio di superficialità.


COROLLARIO:
La redenzione non esiste. Se esistesse, allora anche una scelta giusta avrebbe influenza sul giudizio che verte (o verteva) sulla vita precedente a quella sbagliata. Ma non è così.
La redenzione non esiste. — Non esisto io come ciò che ero nel passato, ormai.

COROLLARIO 1:
L’inferno è in terra, dato “COROLLARIO”.

COROLLARIO 2:
Diamo maggior peso alle scelte errate perché le percepiamo come pericolose. Ciò che è pericoloso attira più attenzioni di ciò che è generoso (quindi, di ciò che è la scelta giusta).

COROLLARIO 3:
Sì, la scelta sbagliata è anche un’influenza. Perché è contagiosa proprio come l’influenza: presa una volta la scelta che distrugge, si tenderà sempre a distruggere. E distruggendo gli altri, gli altri distruggeranno a loro volta.
C’è speranza in questa vita che qualcosa di buono ne esca?

67 risposte a "L’influenza delle scelte sbagliate"

  1. Come darti torto! Difficile scardinare la tua tesi e i corollari, perché, seppur ingiusto, è esattamente ciò che avviene nell’animo umano, come se il dolore e il male avessero un peso specifico maggiore del bene, che pur esiste su questa terra, ma è più tendente all’oblio, soprattutto quando gli occhi sono velati dalla sofferenza. La speranza che in qualcuno o qualcosa si sovverta l’ordine del dare rilevanza al male o al bene credo che, in fondo, esista. C’è sempre qualcuno o qualcosa capace di stupirti e di farti rimettere in discussione persino una tesi così forte come questa da te descritta. Ad esempio, la forza di un perdono immeritato.

    Piace a 1 persona

    1. Il fatto è che: per fare del male basta non fare niente, per fare del bene bisogna impegnarsi. E da sempre, le persone sono più propense a non fare niente piuttosto che a mettere in gioco perfino se stesse per fare qualcosa di buono, di veramente buono.

      Piace a 2 people

      1. Non sempre è vero: in linea di massima, spesso le cose vanno storte perché molti se ne stanno a braccia conserte, quando basterebbe che ognuno facesse il minimo, il proprio dovere, perché le possano andar meglio. Eppure, non sono convinta che “per fare del male basta non far niente”, perché non sempre il male è frutto dell’indifferenza e, anche quando lo è, è una scelta, implica comunque un’azione: scegliere il silenzio, scegliere di voltare la faccia dall’altra parte, scegliere di ferire. Forse implica meno impegno del bene ma porta una scia di tormento, perché anche nel cuore più ottuso arriverà la notte dei grandi interrogativi. Certo, occorre meno tempo per distruggere tutto, mentre costruire implica sforzo, sudore, pazienza: eppure non dovrebbe esser proprio questo il principio che dovrebbe portare l’uomo a ricordare più il sacrificio, lo sforzo, la dedizione impiegati per il bene che l’attimo oscuro a vantaggio del male? La durata non ha valore, non in questo caso. La mente è strana, è pronta a sacrificare anni d’amore in nome di un solo istante dato al male.

        Piace a 1 persona

      2. Possiamo stare qua a parlare quanto ci pare, ma ciò non toglie che nel mondo effettivo è sempre il male ad avere una gran parte di porzione fra ricordi personali come nella vita.

        "Mi piace"

  2. La speranza è che la realtà è altra da noi e ci rimette sempre in gioco, trasformando il male in occasioni che altrimenti non avremmo avuto o incontrato. Voglio dire che se fossimo solo noi sarebbe così come tu dici, ma la realtà è altra da noi e agisce misteriosamente a ribaltare il male in bene. Ciao

    Piace a 1 persona

    1. Difficile sostenere la tua posizione, almeno da parte mia. La realtà è per me un soggetto impersonale, del bene o del male (concetti umani e/o animali) non si occupa se non discretamente e in casi particolari.

      "Mi piace"

      1. Veramente non è una opinione , è qualcosa che accade e basta. Tocca noi giudicare la realtà non partendo dai conti che non tornano ma partendo dalle domande che le circostanze hanno fatto emergere e quindi approfondirle, a parte che veramente accade che attraverso il male incontriamo un bene più grande di un bene del passato. Questa è esperienza e non astrazione.

        Piace a 1 persona

  3. E’ interessante questa tua dissertazione! Io, personalmente, credo nella redenzione, è una questione di mio Credo intimo, creduto e vissuto dentro me. Siamo a volte il frutto di scelte sbagliate ma si può anche modificare il nostro essere e cercare di cambiare in meglio. Alla fin fine sta a noi la scelta….Ciao! Buona serata! Carlo 🙂

    Piace a 1 persona

  4. Ci pensavo giusto ieri, guardandomi indietro. Credo che ogni scelta sia giusta nel momento in cui si prende. Poi, i fattori che ci han portato su quella strada, cambiano e finiamo col pensare di aver fatto la scelta sbagliata.
    Il famoso “senno del poi” di cui si dice sian piene le tombe. 😕😯

    Piace a 1 persona

      1. Allora sei sulla buona strada, ekpi’. 😉

        Sarà che sono fatalista, ma non mi assumo colpe che non ho. Di “errori” ne ho fatti un sacco, ne faccio, e ne farò (disaster è il mio secondo nome ), ma chi poteva sapere il futuro?

        "Mi piace"

      2. Leggo le tue parole, Ekpi’ .
        (Scusa se approfitto di te, ma a me sul tab non arrivano le notifiche sonore dei vostri commenti qui su wp. Capita anche a te o è un problema solo mio?)

        "Mi piace"

  5. Credo che nel nostro percorso certe vie si trovino davanti a noi ed altre ci vengano incontro.
    A questo punto si deve scegliere se affrontare un certo percorso o lasciarlo alle spalle.
    In ogni caso, qualsiasi sia il cammino che decideremo di percorrere non saremo mai più gli stessi.

    Piace a 1 persona

  6. Buongiorno! Chi può decidere se una scelta sia giusta o sbagliata? Tutto è relativo, anche nel presente, senza attendere che il tempo sopisca certi dolori o soffochi certe felicità rendendole polvere. Se volessimo avere una possibilità insindacabile di giudizio, dovremmo avere sott’occhio tutto ciò che ci circonda… un lavoraccio, insomma. Io passo. 😂

    "Mi piace"

    1. Se tutto è relativo, allora posso decidere volontariamente cosa sia il male e cosa il bene. Quindi potrei, cionondimeno, dire che tutto è male e non esisterebbe alcuna controargomentazione contro la mia tesi (non la accetterei).

      Piace a 1 persona

      1. Sai che penso?! Che con questo mio gretto relativismo posso : 1. Fare lo strafottente come al solito (“chi sono io per giudicare? Per capire se le mie azioni o pensieri siano il bene o il male? Allora chissenefrega”) 2. Avere giustificazioni a priori a cui attingere liberamente. Se vuoi decidere tu volontariamente cosa sia il bene ed il male, poi però dovresti assumertene le responsabilità. Con gli altri e con te stesso, nel momento in cui cambierai il tuo metro di giudizio ed avrai un passato ingombrante da giustificare.

        "Mi piace"

      2. Un tempo la pensavo anche io in un modo molto simile. Vedevo tutto buio e con un piglio da nichilista elitario un po’ del cavolo (lo giudico così ora, ma un tempo era cosa serissima ed intoccabile). Poi ho cominciato a ridere e via… 🙂 E nonostante ultimi casini vari, dei quali l’ultimo incidente parecchio pesante, non ho mai più smesso. Boh, poi magari dopodomani ricomincio in un altro modo, ancora più bieco. Ognuno riflette esternamente e nel pensiero una condizione interiore. Forse la più stabile e meno dolorosa.

        Piace a 1 persona

  7. Caro Matteo non ho letto gli altri commenti, quindi non so se il mio vada fuori strada rispetto al tuo articolo, ma una cosa voglio dirtela, esiste un ramo della filosofia che sicuramente tu conoscerai, chiamata Gnoseologia, che si occupa della speculazione filosofia sulla Conoscenza, in altri termini la Gnoseologia studia i vari livelli dei fondamentali della conoscenza umana, come ad esempio i limiti e la validità della stessa posta in relazione al soggetto conoscente e all’oggetto conosciuto.
    Bene, ora facciamo un esempio chiamiamo con la lettra A il soggetto che opera le scelte e con S le scelte sbagliate operate da A.

    secondo un famoso filosofo contemporaneo, un soggetto che chiameremo X, avrebbe conoscenza consapevole delle scelte sbagliate che chiameremo S, quando si verificano queste quattro condizioni:
    1. S sia vero
    2. X crede a S
    3. se S non fosse vero, X non crederebbe a S
    4. se S fosse vero, X crederebbe a S

    in altre parole, la Conoscenza sensibile sostituisce la giustificazione platonica con la Condizionalità Congiuntiva.
    Il filosofo in questione è Nozick, il quale, applicando il teorema chiamamto “Problema di Gettier” alla conoscenza sensibile, riuscì a spiegare che non sempre le scelte negative rappresentano uno svantaggio per noi rispetto ad altri, anzi, nello specifico, il più delle volte sono negative per coloro su cui riflettono le nostre scelte.
    Chiedimi pure qualsiasi cosa se pensi non sia stato abbastanza chiaro.
    Ciao caro.

    Piace a 1 persona

    1. Conosco la gnoseologia, Nozick e il Problema di Gettier – le tue spiegazioni sono sempre chiarissime quanto affascinanti!
      Non conoscevo però la rispettiva applicabilità pratica, della qual cosa mi hai illuminato! Ti ringrazio molto Nico!

      Piace a 1 persona

  8. sono d’accordo… le scelte sbagliate e cio che ne scaturisce rimangono dentro..
    e anche stando fermi si puo fare delmale a qlc, anche non volendo. ma semplicemente esistendo…
    pero tornando alle scelte… una strada presa oggi, magari è giusta in questo momento e sarebbe stata sbagliata se presa in un altro momento della vita… credo che sia tutto correlato…

    Piace a 1 persona

      1. spe spe che sta cosa che hai detto mi affascina….. l’effetto farfalla cos’è??
        eh… un filo che ci lega per tutta la vita? scelte concatenate…
        emh… secondo me ci sono tanti universi paralleli quante strade non percorriamo davanti a una scelta. cioe io mi scindo… la vera me percorre la strada scelta… l’altra me, finisce nel mondo delle scelte non fatte… e cosi via… quindi io sono scissa in tanti mondi paralleli…
        emh…
        vabbe non ci fare caso eh!

        Piace a 1 persona

  9. Ho sempre pensato che “sbagliato” fosse reato, e non che reato fosse “fuori dal coro” altresì detto branco o società, e ora che so spero di non entrare mai in società, e che non sia eticamente scorretto, starmene sui pendii innevati, un po come te, sperando non mi prendano mai.
    Scusa ma la pagina di spiegazione su di te non ho capito cosa c è scritto…..

    Piace a 1 persona

    1. Forse chi commette reati è un po’ nietzscheanamente qualcuno che, essendosi messo al di sopra delle regole della società, agisce con un metro di giudizio su giusto/sbagliato nettamente differente. Potrebbe essere una buona interpretazione…

      "Mi piace"

      1. Si se poi lo fanno Tutti è li che si innesca la diatriba tra cosa sia giusto e cosa sbagliato, il mostro, concepito come normale vivere…..ne parli anche tu nella tua descrizione. Kiss

        "Mi piace"

  10. Hai centrato …..il….si lo hai preso, ma tieni conto che il sistema reclama nuovi adepti, e tra adepti non vi è codice di comportamento, la nuova pedina può mangiare la grossa e fare dama…..,.la via del sacrificio è molto lunga.

    "Mi piace"

Lascia un commento