Per chi soffrire

Soffrire, soffrite pure per le persone se queste sono tanto speciali da meritare il vostro dolore. Ma ricordate sempre a voi stessi che non ha alcun senso soffrire per la persona sbagliata. Anche la sofferenza, come una delle più intime possibilità del nostro essere, è un dono che meritano pochi. Quei pochi che saranno sempre disposti a tornare — no, non sui propri passi, ma sulle proprie emozioni e sulle verità ancora non espresse.
Perché dico ciò? Perché la questione del “per chi” soffrire è intrinsecamente collegata con quella del “perché” soffrire. — Perché soffrire per chi non farebbe lo stesso per noi? Una domanda, questa, che rimanda già alla risposta: soffrire per chi per noi farebbe lo stesso.


∃x(φ(x))

43 risposte a "Per chi soffrire"

      1. Inevitabile sì, ma può essere spunto per costruire qualcosa di bello. Prendere il propro dolore e trasformarlo in azioni concrete, come l’arte. Solo allora avrà davvero senso, secondo me

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  1. A me sa tanto che la maggior parte delle volte che noi soffriamo, lo facciamo per noi stessi e su noi stessi, magari nella speranza che qualcuno torni sui suoi passi….a me è accaduto e sono stato fortunato, moltissimo! Il mio soffrire è servito a qualcosa, o forse niente di tutto questo?

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      1. Ma però il soffrire non dovrebbe avere senso nell’esistere di un uomo….io ho perso mio papà a sei anni: perché tanto dolore anche in età adulta? E questo è un solo caso di dolore umano…il discorso è ampissimo…hai fatto bene ad affronatarlo…!

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  2. ragionamento semplice e lineare che il cervello afferra al volo, però credo che nella realtà delle emozioni il cervello abbia ruoli marginali ed allora quasi per magia tutto si complica a dismisura

    mi piace ciò che scrivi. spunti diversi dalle solite lagne.
    complimenti.

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    1. Infatti. Per lo più si viene feriti da chi non ha provato i propri stessi sentimenti – da sempre è stato così almeno per me.
      Anche perché la persona giusta dovrebbe essere quella che prova gli stessi sentimenti per te.

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  3. Il cuore è una cosa, il cervello un’altra. Alzi la mano chi, in amore, non ha sofferto mai, nemmeno una volta, per chi non lo meritava e non sarebbe stato disposto a soffrire per lui. Il vero amore, nella pratica dei fatti, è sempre un po’ masochista, è gratuito, non si confronta, non chiede, né aspetta ricompensa.

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      1. La soluzione potrebbe trovarsi nel considerare la sofferenza un dono e non qualcosa da cui aspettare una risposta. Ho imparato a fare attenzione a quello che faccio, a quello che riesco a fare. Limito l’ infelicita’ non aspettandomi niente dagli altri.

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