Occhi, mani e labbra

Occhi

La osservavo, la osservavo quasi di continuo. Appena si alzava dalla sedia, la cercavo con gli occhi e volevo che lei sapesse che i miei occhi la inseguivano. Volevo che lo sapesse perché, a quel tempo, io ancora non la conoscevo. Era il mio modo per iniziare qualcosa: non è vero che si inizia dalle mani, è dagli occhi che cominci a sentire il brivido di un’emozione pronta ad esplodere. Sono gli occhi che dicono: sono qui, vienimi a prendere. 
Alla fine, fu lei a prendere me.
Poi, un giorno come un altro, lei venne da me. Era quello che aspettavo da più di una settimana ma…rimasi pietrificato! Non riuscii nemmeno a guardarla negli occhi — proprio come un bambino, proprio come se mi vergognassi di tutti gli sguardi che le avevo lanciato durante i giorni precedenti, fra una pausa ed un’altra a lezione. Ma si sa, la filosofia cerca la verità e la verità è donna. Lei era verità. 


Mani

Non passò molto altro tempo prima che, fra una battuta e un sorriso, scoprissimo le nostre mani. Le sue mani erano sporche, sporche come le mie di quell’inchiostro che solo gli accaniti lettori e gli scrittori sanno riconoscere. Non i calli, ma le macchie d’inchiostro sono indicatrici della bellezza di una donna. Perché da una donna così non puoi chiedere nulla di più. Ad una Donna non puoi chiedere nulla perché la sua sola presenza accanto a te è già il più bel dono di cui tu possa godere!
E quel giorno fu ancora migliore: le sue dita sfiorarono le mie. Spesso le accarezzavo il pollice, aveva un anello lì. Aveva anelli che, però, non rendevano la sua mano più bella, perché nessun gioiello e nessun vestito l’avrebbero resa più bella di quanto già non fosse: alla perfezione, se aggiungi o sottrai perfezione, resta ugualmente perfetta! — E questa non è una prospettiva d’amore, è matematica dell’amore! 
E con le sue mani, lei creava il mio cuore. Lo creava, perché prima d’incontrarla, io non provavo quell’emozione vera, pura e dinamica da più di un anno. Si può dire che il mio cuore non batteva più, ma fu lei — la mia cardiologa — a riportarmi in vita. Fu il massaggio cardiaco che le sue mani esercitarono sul mio petto a rendermi di nuovo me stesso. Lei era verità, perché rendeva più vere tutte le mie sensazioni, tutte le mie emozioni.


Labbra

Su questo punto sarò breve, perché alle labbra basta baciarsi piuttosto che parlare.
Sulle sue labbra riposavano tutte le mie logiche. Perché ad un logico importa soprattutto della verità e dei valori della verità. Lei, lei divenne la mia verità. Lei, divenne tutti i miei valori. Una volta assaggiata la verità che le sue labbra professavano, io smisi di esistere così come ero esistito fino a poco tempo prima. Perché? Perché: io, divenni suo. E sulle mie labbra ancora posso sentire il gusto del suo sapore, ancora riposa la sua verità. Perché è così che deve essere. Le mie labbra sono ancora vere. 

2 agosto 2016, Panchina davanti al porto, ore 04:52, 

∃x(φ)

37 risposte a "Occhi, mani e labbra"

  1. Il brano che hai scritto ha la bellezza lirica di una poesia. Nell’atmosfera che hai creato le due figure dell’uomo e della donna si delineano restando luminosamente soffuse quel tanto che permette a chi legge di identificarsi ricordando o sognando.
    Se mi permetti però ho due appunti da farti: che la donna improvvisamente si materializzi in una cardiologa e il tuo intervento “a questo punto sarò breve” che spezza la magia della partecipazione e rischia di trasformare quanto sin qui magistralmente scritto in un esercizio letterario.
    Non dovevo scrivertelo? Dovevo solo dirti bravo? Sono certo che no.

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    1. Hai fatto più che bene a dirmi cosa non ti è piaciuto. Ogni tipo di commento è sempre ben accetto qui 🙂
      Ho detto cardiologa perché è una “qualifica” che venne adattata al nostro caso già a suo tempo e mi piaceva riportarla nel testo. Per la seconda nota, volevo far capire che è proprio sulle labbra che il linguaggio razionale (scritto o orale che sia) viene meno, lasciando il posto a metafore o immagini visive.

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  2. “Non i calli, ma le macchie d’inchiostro sono indicatrici della bellezza di una donna”
    Questa, è solo la frase che sento un po’ mia e che rivolgo al maschile. Il resto è … lirica…

    Io resto qui nei dintorni, non voglio perdermi ciò che scrivi. 😉
    Bentrovato !

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    1. Spero che “lirica” non sia un difetto rispetto al contenuto generale dell’articolo ahah
      Grazie comunque, quella frase è spuntata fuori quasi senza pensare e ha colpito anche me, tanto che sto costruendo nuove riflessioni proprio a partire da quella frase. Credo che la bozza sarà pronta per la pubblicazione entro la fine del mese.
      Neanche io mi perderò ciò che scrivi tu.
      Benvenuta! 🙂

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    1. Che la verità sia donna è un pensiero squisitamente nietzscheano (mi pare che Nietzsche ne parli nella Prefazione di ‘Al di là del bene e del male’). Ma che Lei fosse verità, è tutta mia…o meglio, tutta sua 🙂
      Buongiorno a te

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