Debolezze quotidiane

Ma io, io semplicemente ricerco qualcosa che non esiste più. Mi trascino in un oceano di superficiali millanterie per nascondere la piatta profondità del mio cuore. Mi trascino in questa tempesta di ricordi. Già, perché ad un uomo occorre molto per essere felice, ma basta poco, davvero poco per essere infelice. Basta una mancanza alla quale pare non abituarcisi mai per rendere ogni giorno una piccola punizione quotidiana. Basta il non esserci di chi è già pronto a dirti “ci vediamo dall’altra parte del dolore” e rincarare involontariamente la dose della tua disillusione davanti ad una realtà che non è all’altezza dei tuoi sogni. 

E soffriamo peggio. Soffriamo di più, con la speranza che un giorno le cose vadano meglio. Ma qui ad andare meglio è solo l’infelicità che ogni giorno diventa più solida, più costante, più stabile, più forte – più forte di me. E tu? No, tu sei più forte di me.

43 risposte a "Debolezze quotidiane"

  1. La promessa di felicità che percepiamo nelle gioie che ci accadono, negli incontri speciali della vita , non sono una illusione ma la dimostrazione che la felicità è un avvenimento che accade fuori di noi , cioè non da noi edificabile. Ma la certezza che essa è sempre qui , fa sí che noi desiderandola e pregandola come una Presenza possiamo di nuovo rincontrarla nella realtà che ci accade ora. Nel raggio di sole, nel tramonto, nell’amico o amica, in uno sguardo, in una parola , essa riaccade , perchè appartiene ad una Presenza amorevole che sempre ci attende e di cui le cose belle e le persone sono un rimando. Un abbraccio

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  2. I ricordi sono tremendi. Ma per quanto siano dolci e per quanto ci manchino non dobbiamo permettere loro di distruggere tutta la potenziale bellezza di oggi e domani. E la felicità bisogna lasciarla entrare, anche se bussa timida a volte. Si nasconde in piccole cose. Coraggio!

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      1. O forse dovremmo smettere di sognare sogni irrealizzabili, metterci a sognare altro e provare a farli diventare realtà.
        Idea tosta, lo so bene, ma da mettere in cantiere: e questo potrebbe già essere la prima alternativa al sogno di cui sopra.
        Spero di non essermi incartata come al solito. Pardonnez moi, Je suis un cervello spettinato ^_^

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      2. Anche questa è un’alternativa, bisognerebbe valutare se sia anche un’alternativa migliore o almeno coinvolgente quanto il sogno di cui parlavamo all’inizio.
        Tranquilla. Mi piacciono i cervelli spettinati! 😊

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  3. Per far sì che la realtà sia all’altezza dei nostri sogni, bisogna lavorare molto, e non perdere mai la speranza. Comunque mai crogiolarsi troppo , rimanere troppo legato ai ricordi. Essi sono belli quando sfumano nella tenerezza, altrimenti sono solo tormento. Un caro abbraccio. Isabella

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  4. A detta dei grandi saggi, la felicità va ricercata dentro di noi…se la fai dipendere da fattori a te esterni, rischi di vivere tutta la vita nell’infelicità…parole difficili da comprendere ma una volta interiorizzate, non dico che ti evitino la tristezza che ci lacera, ma riesci a dare alle cose un significato diverso, semplicemente perché le stai osservando da una prospettiva diversa…
    Siamo soliti andare in giro con il piattino del mendicante…se qualcuno mi dice una cosa bella, sono felice, se mi fanno un appunto, velocemente piombo nell’oscurità…ma se ci pensi, facciamo tutto da soli! Se sei in equilibrio con te stesso, una critica non ti scalfisce nemmeno….ma capsico (e vivo anche io) il dramma di sogni spezzati o irrealizzati…forza!

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  5. Mi hai ricordato milioni di conversazioni avute con una persona che, ormai, fa parte del mio passato; la sua pacata rassegnazione dinanzi ad un’infelicità che avrebbe potuto combattere, ma non ha voluto. Tanti, troppi flash si sono fatti spazio nella mia mente.
    La felicità è un qualcosa che non ci viene offerto gratuitamente, così fosse non sapremmo apprezzarla… Combatti, sempre, per ritrovare la tua alcova lontano dal mondo, in cui essere semplicemente te, semplicemente felice.
    Grazie delle tue parole che son sempre capaci di emozionarmi.
    Un abbraccio

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  6. E’ più facile essere infelici e lasciarsi trascinare da questo moto negativo che essere felici. A volte, però, siamo noi stessi, lacerati dal dolore e dai ricordi, a non cercare nemmeno di intraprendere la strada per stare “meglio”. Succede. L’essere umano è fragile ed, a volte, molto testardo.
    Anche se con le cicatrici si impara a convivere e vengono assimilate fino a diventare una parte dell’uomo stesso.
    Son convinta, però, che, prima o poi, la vita darà una seconda possibilità a tutti per stare almeno meglio.
    Buona fortuna!

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  7. A volte, anzi spesso, faccio fatica a capire le persone.
    Quelle persone che alla fine non sanno chi sei, alle quali dai il permesso di entrare nella tua vita che, vissuta l’enfasi di un momento, “se ne vanno senza salutare”.
    Ma credo di essere io a sbagliare nel credere, nel crederci, nel dare e nell’illudermi.
    E d’altronde ogni volta lo dimentico che la sensibilità ci frega, siamo così: sognatori,un po’ artisti.
    Sensibili a una parola non detta, a un pensiero, a un sogno, a un battito del cuore.
    Sensibili…ci illudiamo ai rumori dell’anima

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