Guardami, guardiamoci. Non sei forse tu il mio sole? Non sei forse tu il mio più fine dolore? Non sei forse tu il traguardo della mia esistenza?
Lo sei. Tu sei e tanto mi basta per respirare, per continuare a respirare.
Nel segno della Luna siamo nati e sotto di esso siamo caduti, forse vieni a consolarmi ogni notte o forse lasci che sia il tuo pensiero a farlo per te. Forse agisci proprio per mezzo della distanza lunare che ci separa. Ma questa lunatica gioia mi piace, così bipolare – così nuova ogni notte! Tu sei nuova tutte le notti e con i tuoi luminosi raggi lunari illumini il sentiero per i miei pensieri, pensieri di te.
Ma tu, mia Luna, mi stai sul cuore, la gravità che preme il mio cuore è più forte e tu hai rafforzato il mio cuore – mi hai reso forte, resistente alla gravità degli eventi, mi hai insegnato a camminare sul tuo corpo con le mie labbra.
Eppure, c’è una proprietà lunare solo mia e non tua: io ero il tuo satellite e tu la mia Terra. Io giravo attorno a te, a te, che eri il mio mondo.
Grazie Luna
Tuo, M.